lunedì 25 settembre 2017

Le sorelle fatali - Eleanor Brown



"Fu il nostro fallimento a spingerci a tornare a casa. 
Non l'avremmo mai confessato, questo è certo, né a noi stesse 
né tanto meno a nessun altro."



Spesso compro un libro attratta dalla copertina.
Così è stato per "Le sorelle fatali".
Poi ovviamente ne leggo la trama e se mi ispira, lo compro.
Non sempre lo leggo subito: ogni libro ha il suo momento per essere letto.

Non ricordo per quanto tempo le sorelle fatali siano rimaste nella mia libreria in attesa di essere lette e in attesa di vivere nei miei pensieri.
Non era il loro momento.

Qualche mese fa, cercavo un libro allegro, di "transizione" dopo la lettura di un libro che mi era entrato in fondo al cuore.
Mi trovavo anche in un momento della mia vita in cui cercavo allegria e serenità e la parola umorismo nel retro, ha fatto decidere per questo libro.

Tuttavia, questo libro di umorismo non ne ha. O almeno rispetto alla mia sensibilità. Si, qualche sorriso me lo ha strappato, ma umorismo direi proprio che è altro.
Realismo? Quello sì.

Una famiglia americana che vive in un paese lontano dalle dinamiche cittadine, con tre figlie (Rosalinda, Bianca e Cordelia) che cercano affannosamente la loro strada, arrancando e commettendo tantissimi errori (non svelo per non precludervi la lettura), la mamma malata di tumore, il padre amante di Shakespare... un bel quadretto, vivo, reale... con bellissime dinamiche familiari.
Situazioni che accadono o possono accadere più spesso di quanto si possa credere e per questo ci si riesce ad immedesimare, se si è donne.

Un libro per donne, che piacerà alle donne.

Sicuramente è un libro che si fa leggere, scorrevole, scritto bene.
Ma allegro? No! Certo, c'è il classico lieto fine tipico della filmografia americana che lo rende "leggero".

Ne consiglio comunque la lettura.


Le sorelle fatali,
Eleanor Brown
Neri Pozza



domenica 17 settembre 2017

Castello di Masino - Caravino (TO)

Ebbene sì, da vera nerd mantengo una lista su "Evernote" con i posti che voglio visitare perché me ne parlano o ne leggo.
O semplicemente perché mi interessano.
Restano lì anche per mesi, poi un giorno si decide di andare.

La giornata di oggi si presentava perfetta: una di quelle meravigliose giornate di settembre, limpide.

E così, il mio Lui ed io siamo andati al Castello di Masino dei Conti Valperga, gestito (egregiamente) dal FAI.

Da Milano, non è lontano: un'oretta di autostrada, uscita Albiano e poi seguire le indicazioni.

Quando si arriva, lo spettacolo vi colpirà: una suggestiva vista sulle colline attorno, un bellissimo castello, con tanto di parco, labirinto e roseto.
C'è anche un interessante Museo delle Carrozze.

Ho sentito dire da qualcuno che da lì, si vedono i grattacieli di Torino. Grattacieli o no, la vista è mozzafiato!

Il Castello è stato abitato dai conti Valperga per secoli, fino al 1988 quando è stato ceduto dalla famiglia al Fai.

Il meraviglioso Castello è visitabile sono con visita guidata di un'ora al costo di 11 euro, con personale davvero preparato.

Ho visto tanti castelli e ville, in Italia e non ma questo castello mi ha colpito per la quantità di mobili, quadri e suppellettili presenti.
Non ho memoria di altri castelli del genere.
Difficile dire qual è la stanza più affascinante o più bella...

Una bellissima gita fuori porta che consiglio anche a chi ha bambini perché è ben attrezzato per farli divertire con caccia al tesoro ed altre attività.

giovedì 14 settembre 2017

Trilogia di New York - Paul Auster

"Il segnale di occupato, ora capiva, non era stato accidentale. 
Era stato un segno, per comunicargli che non poteva ancora sciogliere il vincolo con il caso, nemmeno se lo avesse voluto."



Amo New York e amo le detective stories: questo libro dovevo leggerlo.
Anni fa lo comprai in una nota catena di libri, era lì che aspettava me... mi dissi.
Poi, però, restò lì. Opinioni fortemente discordanti mi bloccarono nella lettura.
Ora posso dire - anzi scrivere - la mia.

Si tratta di una trilogia, tre racconti: Città di Vetro, Fantasmi e La stanza chiusa.
I racconti si svolgono a New York, ma potrebbero svolgersi altrove: la città non ha rilevanza, solo impatto "mediatico".

Paul Auster ha una scrittura aulica, sicuramente è colto, letterato e non lo vuole nascondere. Per niente.
La sua, risulta comunque, una scrittura piacevole anche se certamente non semplice. Delle volte noiosa.

Il motivo ricorrente è sicuramente la solitudine dei personaggi che, soli con se stessi, scoprono disperatamente se stessi. La ricerca di qualcuno per ritrovare se stessi.

Città di vetro, è davvero una storia assurda che ti tiene attaccata alle pagine ma che alla fine delude un pochino per come finisce senza spiegazioni, senza capirne fino in fondo il senso, gli avvenimenti, i personaggi (Daniel Quin, Paul Auster, i due Peter Stillman, lo scrivente) e la realtà.
Qual è il racconto? Quello che emerge è la follia e lo scambio di personalità. Forse la follia è il tema del racconto. Chi sono? Chi siamo?

Fantasmi è più scorrevole, meno complicata come storia. Anche se il finale mi ha lasciato davvero perplessa. White, Black, Blue e Brown: personaggi che pedinano altri e che si confondono con se stessi. Anche qui siamo di fronte a "scambi di identità", personaggi che vivono la vità di altri.

La stanza chiusa, ultimo racconto, è decisamente quello che ho preferito. Si avvicina decisamente ad un vero detective racconto, ma poi si chiude lasciando a bocca aperta, con un finale senza grande senso. E perchè ricompaiono nomi del primo libro? Stillman, Quinn, Henry Dark...

Alla fine posso concludere che è un libro che parte con buone premesse ma che termina in maniera A ME non comprensibile. Troppo aulico? Troppi richiami letterari che non colgo?
Non so. Ma a me sembra abbastanza incompiuto e talvolta autoreferenziale.
Una metaletteratura che non mi appassiona, troppo cervellotica: Paul Auster non mi ha convinto.


 "Ma chi non si sarebbe gettato a corpo morto sulla possibilità di riscattarsi... quale individuo è così tetragono da rifiutare la possibilità della speranza?"

Paul Auster
Trilogia di New York
Einaudi

martedì 12 settembre 2017

Antica Hostaria della Lanterna - Milano

Le mie parole alla signora quando sono andata a pagare?
"Signora, mi può adottare?"

Questo posticino è semplicemente meraviglioso.
Qui sei a casa, dalla zia.

Piccolo, semplice ma molto accogliente e di conduzione famigliare.
Uno di quei posti dove si parla in milanese ed il menù viene raccontato a voce e la comanda viene scritta su di un blocchettino a quadretti.
Nulla è costruito, tutto è vero, spontaneo.

Il menù non è molto vario ma c'è comunque l'imbarazzo della scelta. La cucina è casalinga, tipicamente lombarda.

Io ho preso degli gnocchi al pomodoro e noce di manzo con patate. Tutto semplicemente buonissimo.
Porzioni abbondanti, prezzi davvero contenuti.

Attenzione molto gradita per la mia intolleranza al lattosio. Ho potuto mangiare tutto quello che volevo, senza rinunce. Ad eccezione dei dolci, che grondano di lattosio.

Prenotazione assolutamente consigliata perché i tavoli non sono molti.



Voto: 9.5 (scala: 1-10, ove 10 è il top)


Antica Hostaria della Lanterna
Via Mercalli, 3
20122 Milano

lunedì 4 settembre 2017

Da Pasqualino - Montevecchia (LC)

Montevecchia è un paesino ad una cinquantina di km da Milano, arroccato su di una collina.
Salendo in cima, fino alla chiesa si ha una meravigliosa vista sulle campagne e si vede molto bene Milano.

Lungo la strada in salita che porta in cima al piccolo paese poco prima della chiesa, si trova questa trattoria a conduzione famigliare.
E' una delle poche trattorie che ci sono e forse la meno scenografica.
L'ingresso è piuttosto insignificante, ma si capisce che è "una vecchia trattoria".

Anni fa, l'avevo scelta ad occhi chiusi navigando in internet alla ricerca di un qualcosa di rustico ed alla mano, possibilmente con una bella vista.

Da allora ci sono tornata diverse volte, in coppia e con amici. Non sono mai rimasta delusa!

Il locale è molto rustico, semplice ma molto accogliente. La seconda sala ha anche un bel camino. Bagni spaziosi e molto puliti. E, poi, il pezzo forte: la terrazza con vista!

Il menù è abbastanza vario: la cucina è tipicamente lombarda (risotti, ossobuco, funghi, polenta, carne varia, struzzo, cervo).
Grande attenzione per la mia intolleranza al lattosio. Personale gentilissimo, sempre.

Non ci siamo mai fatti mancare nulla: antipasto di formaggi di capra di Montevecchia, ravioli alla boscaiola, risotto con i funghi, filetto di manzo alla griglia, piatto di formaggi misti con marmellate e miele, vino, acqua e caffè.
Tutto veramente buono, dosi abbondanti ma non eccessive.

I costi? In linea con Milano.
Prenotazione consigliata!

Voto: 8 (scala: 1-10, ove 10 è il top)


Trattoria Da Pasqualino
Via Belvedere, 41
23874 Montevecchia
Tel. 039 9930560

venerdì 1 settembre 2017

Slovenia ed Ungheria in 15 giorni

Le vacanze dell'estate del 2017 sono state all'insegna della scoperta di un mondo che non conoscevo, dell'Europa dell'Est: Slovenia ed Ungheria.
Come sempre, in auto con il mio Lui.

Partiti da Milano la domenica verso le 10, la prima sosta per un pranzo è stata a Palmanova, patrimonio dell'Unesco.
"Città stellata" in provincia di Udine, che merita sicuramente una visita se vi trovate in zona. Ci ero già stata: è una bella cittadina che vale la pena visitare, ma è molto piccola. La si visita in pochissimo tempo, quindi non andateci apposta.

Castello di Predjama
Abbiamo passato il confine procedendo per la A34, nei pressi di Gorizia premurandoci di acquistare la vignette autostradale per la Slovenia.

Dopo una veloce, ma rilassante (ci siamo fermati a bere il mio succo preferito... quello alla mela!) visita al meraviglioso e maestoso castello di Predjama vicino a Postumia, abbiamo proseguito per Lubiana.

Qui, un pò in periferia, avevamo prenotato prima della partenza l'albergo per 3 notti, per avere la possibilità di girare le zone attorno a Lubiana.
La scelta di scegliere un hotel in periferia è stata vincente, data la difficoltà nel girare in auto nel piccolo centro cittadino, quasi tutto pedonale.
Lubiana
La città di Lubiana è molto bella e vale sicuramente una visita.
Ci ero già stata e mi è sempre piaciuta. Il Triplice Ponte con la chiesa rosa, il canale su cui si affacciano una quantità infinita di locali (ma pochi ristoranti), il mercato antico e le viuzze della città antica sono da vedere. Suggestiva e romantica.

Il giorno successivo ci siamo spostati verso Nord per visitare le Gole di Vintgar e il famoso Lago di Bled.
In tutta onestà, con il senno di poi non avrei visitato le gole: per carità, una passeggiata su di una passarella ai piedi di una gola, è sempre piacevole ma il mio cuore non ha battuto forte.

Lago di Bled
Il lago di Bled, sebbene me lo immaginassi differente, è molto suggestivo con la chiesa ed il castello che lo sormontano. La passeggiata a piedi o in bicicletta lungo le sue rive è stata gratificante.

Il pomeriggio abbiamo visitato Kranj e Skofja Loka: due paesini piuttosto piccoli, ma molto pittoreschi.
Consiglio la visita, se siete in zona.
A Kranj, abbiamo sostato in una meravigliosa taverna con un bellissimo graffito in una viuzza dietro la piazza principale . Pare strano, ma quella sosta me la ricorderò per sempre.

Sulla strada verso l'Ungheria, ci siamo fermati a Ptuj. Pittoresco paese in collina, ma con una parte in riva al fiume. Piacevole sosta, in una cittadina un pò sonnecchiosa.

Dopo la sosta per acquistare la vignette ungherese, verso le 16 di un bollente pomeriggio arriviamo alla nostra prima tappa in Ungheria, Heviz. Hotel Villa Kalma, ci accoglie: una camera su due piani, con cucina.

Lago termale di Heviz
Qui sorge il lago termale più grande d'Europa.
Il paese di Heviz è piuttosto moderno, nulla di suggestivo ma comunque piacevole.

Assolutamente un must il lago termale di Heviz. E' un lago curativo, quindi è frequentato anche molto da persone con difficoltà di deambulazione. Costi irrisori, rispetto all'Italia!

Il giorno seguente ci dirigiano a Keszthely, sul Lago Balaton.

Castello Festetics

Faceva caldissimo, quel giorno. Così, abbiamo visitato il parco dove si trova il Castello Festetics, pieno di bellissimi e coloratissimi fiori.
Poi, dopo una sosta per pranzare lungo la via principale del pittoresco paese, ci siamo diretti al Lago.
Qui abbiamo passato tutto il pomeriggio in una delle spiagge attrezzate, facendo il bagno nelle caldissime acque del lago.
Un pomeriggio di sole e vero relax, assieme a tantissimi Ungheresi che sono soliti passare le loro vacanze sulle coste di questo suggestivo lago.

Il giorno dopo avevamo prenotato un meraviglioso hotel - Adele Boutique Hotel - a Pecs, a sud dell'Ungheria.
Abbiamo deciso, però, di fare il giro del lago Balaton visitando la penisola di Thiany, Baltonfured (una sosta come un'altra per il pranzo) e Siofok (la "Rimini ungherese", secondo la nostra guida).

Pecs, una via
Di questo giorno, sicuramente piacevole, ricordo l'emozione provata appena arrivata a Pecs: una città mai sentita nominare, ma davvero splendida.
La città vecchia, quasi tutta pedonale, è davvero un gioiello.
La piazza principale in salita, con palazzi e chiese monumentali, vicoli con casette particolari, locali e ristoranti. Una città piena di vita.
Pecs, decisamente da visitare. Qui il mio cuore ha battuto forte, fortissimo.

Il giorno dopo, invece, è stato un giorno non particolarmente interessante... ci sta, comunque, un giorno "no" durante le vacanze!

La nostra guida segnalava di andare a vedere la zona vinicola di Villany... una vera delusione! Forse perché siamo Italiani?
Un paesino di quattro gatti, con due o tre negozi di vino... No, non ci andate!

Da lì, più speranzosi, ci siamo diretti a Siklos. Dopo esserci fermati per un pranzo al volo, ne abbiamo visitato il Castello. Interessante, ma non andateci apposta.

Per concludere la giornata, siamo andati alle terme di Harkany. Un complesso di piscine all'aperto e vasche termali, molto bello e ben tenuto. Purtroppo il mio umore non era dei migliori quel giorno e non mi sono goduta per niente quello che poteva essere un momento di relax. Se siete in zona, queste terme sono sicuramente da tener presente!

Ritornati a Pecs, il mio cuore si è sciolto di nuovo. L'indomani abbiamo visitato il museo di Zsolnay con la fabbrica di guanti! Da non perdere: interessante!!

E poi, via verso Szeged (Seghedino). Baja è stata l'inaspettata sosta per il pranzo. Google Map mi mostrava una cittadina un pò grande e ho fatto fermare il mio Lui: ad accoglierci una monumentale piazza ed un bel lungo fiume con doversi ristoranti per pranzare piacevolmente.

Casa Museo a Szeged
Giungiamo a Szeged nel tardo pomeriggio.
Szeged colpisce. Colpisce per i suoi palazzi art noveau e liberty un pò tristi, per il Duomo recente con la piazza colonnata con palazzi scuri. Accogliente, viva ma un pochino triste. Comunque affascinante.

Passeggiata per il centro pedonale, lungo il fiume, sosta tra le bancarelle del parco e cena in un bellissimo locale, di cui purtroppo non ricordo il nome.
La mattina successiva facciamo colazione in un rilassante bar vicino al fiume: qualche difficoltà nel far capire alla gentilissima ragazza che desideravo un the, pane e marmellata ed un succo di fragole.
L'inglese, qui, non è ben capito nè parlato. Ma i sorrisi, i gesti e la buona volontà vengono sempre in aiuto!

Casa a Kecskemet
Partiamo verso Budapest, una della mie città preferite.
La sosta per il pranzo ci ha fatto conoscere un bellissimo paese, pieno di importanti palazzi art noveau: Kecskemét.
Difficilmente me lo dimenticherò. Il sole, il cielo limpido, i suoi palazzi, i fiori...Una piccola perla a 100 km a sud di Budapest.

E poi BUDAPEST: si, la mia Budapest.
Il Danubio, i meravigliosi palazzi, le piazze, le viuzze, i viali alberati, il ponte delle Catene, il Parlamento, il Palazzo Reale e... il Bastione dei Pescatori: il mio posto preferito qui, a Budapest.

Bastione dei Pescatori
Il brulicare di turisti, nuovi locali rispetto alla mia precedente visita (circa 10 anni fa), hanno modificato un pochino la magia di questa città che comunque rimane suggestivamente meravigliosa.

Non dimenticatevi, se ci andate d'estate, di passare una serata nelle "Rovine" (romkocsmák) ossia dei locali alla buona ricavati in cortili di case abbandonate. Ce ne sono molti nella zona alle spalle del quartiere ebraico.
E poi se volete mangiare tanto e spendere poco... c'è il Trofea (Király utca 32)! Un buffet AYCE di alta qualità dove si può sostare fino a 3 ore, spendendo 20 euro tutto incluso (alcool compreso!!!)

Questa volta non ci sono stata, ma una tappa alle terme Gellert è un must.
Potrei stare ore ed ore a scrivere di Budapest...

Il nostro viaggio continua, ma bisogna iniziare a tornare verso Ovest: next stop Sopron.
Prima di arrivare in questa specie di enclave ungherese quasi in Austria - Sopron appunto -, visitiamo Tata con il suo lago e l'abbazia benedettina di Pannonhalma.
Carina la sosta a Tata, anche se non imperdibile, ma interessante la visita della abbazia sopratutto per la splendida biblioteca.

Torre Antincendio
Sopron ci accoglie in una maniera strana... l'hotel prenotato è anche un centro estetico nonché una clinica estetica.
Dietro la reception, prodotti da parrucchieri, davanti un area di parruchieri e di fianco quello per le manicure... Superato questo piccolo "shock", ci ambientiamo benissimo. L'hotel è molto bello, con un bel terrazzo e area benessere.

Il paese medioevale è davvero suggestivo e un tantino romantico, con la splendida Torre Antincendio che sovrasta la piazza e la passeggiata attorno alle mura. Se siete in zona, passateci!
Non capiamo il perché Sopron sia pienissima di centri estetici e negozi all'ingrosso di prodotti di cosmetica.

Castello Esterhazy
Il giorno seguente andiamo a visitare il bellissimo Castello Esterhazy a Fertod, con visita guidata in ungherese (e foglio esplicativo in italiano) !!! Da non perdere!!
Ed il pomeriggio sguazziamo tra vasche, idromassaggi, sauna e bagno turco del nostro strano hotel.
E con Sopron lasciamo parte del nostro cuore in Ungheria.

Dobbiamo tornare in Italia! Eh ... già. Passiamo dall'Austria o dalla Slovenia? Alla fine decidiamo di passare per la Slovenia, visto il mio desiderio è quello di visitare Maribor ed il mio Lui mi accontenta.
Ci fermiamo qui per una notte, in questa cittadina in riva al fiume, un pò moderna ed un pò antica, suggestiva a tratti.

E poi ultima tappa del nostro viaggio... TRIESTE, altra città semplicemente magnifica.
Visita alla Foiba di Basovizza, passeggiata per la città, camminata sul Molo Audace e immancabile cena a El Fornel.

Colazione e ... via verso Milano.

Quindici meravigliosi giorni tra Slovenia ed Ungheria: questa la mia estate 2017.