lunedì 14 dicembre 2015

Le mie olive nere, le olive di Paolante Matoca

Mi piace molto cucinare e preparare un pò di tutto tra cui salse, liquori e stuzzichini da poter mangiare con il mio Lui o quando invito amici a cena.
Non sono fortissima con le torte ed i dolci in generale e questa è una pecca a cui dovrò rimediare perchè sono golosissima...

Sono ghiottissima di tantissime cose - ahimè - ed anche di olive, in particolare di quelle nere!
Sono solita mangiare delle fenomenali olive al forno che la mamma mi regala quando si reca al mercato.

L'albero che abbiamo in campagna quest'anno ha attirato la mia attenzione più di altre volte, chissà perchè, facendomi venire voglia di preparare delle olive, mie, secondo il mio gusto.
Le olive di Paolante Matoca.

La ricetta tradizionale della mamma non mi soddisfaceva, quest'anno: non volevo le olive in salamoia.
Piccoli vizi? Forse!
Ma le olive di Paolante Matoca devono essere come dico io!

Ho cominciato, dunque, ad informarmi su come si preparano le olive da vicini di casa esperti, ho consultato internet, ascoltato un collega che mi ha decantato delle olive preparate da sua zia, ho analizzato bene le olive prese al mercato e poi mi sono messa all'opera per farle secondo il mio gusto!

Ho comprato due bei vasi della Bormioli - che mi piacciono tantissimo - per la conservazione.

Ho posato tutte le olive in una ciotola, ci ho rovesciato sopra fino a coprirle dell'acqua bollente girandole delicatamente con un cucchiaio di legno per qualche minuto con lo scopo di ammorbidirle un pochino.

Per il freddo tipico di questi giorni invernali, sulla superficie si erano create un pò di grinze antiestetiche: le olive di Paolante Matoca devono essere oltre che buone anche belle!

Successivamente - dopo averle fatte raffreddare e tastate delicatamente per sentirne la morbidezza - le ho adagiate in una ciotola e le ho coperte con del sale grosso.

 Mescolandole ogni giorno con un cucchio di legno, più volte al giorno, per una decina di giorni per farle spurgare dell'amaro sono rimasta in attesa di poter procedere con l'aggiunta di spezie.

La gioia giornaliera di vederle ogni giorno raggrinzirsi sempre più, diminuire di volume e di buttare via l'acqua naturale che si crea...

Finalmente erano pronte, dolci.
Le ho sciacquate per una mezzoretta per bene sotto acqua corrente per eliminare il sale grosso. Le ho asciugate e successivamente le divise - in parti eguali - per riempire i due barattoli.

Per un barattolo, ho proceduto cospargendole di olio extra vergine di oliva (del Lago di Garda), aggiungendo 2 spicchi di aglio, semi di finocchio, peperoncino sbriciolato e buccia d'arancio (barattolo di sinistra).

Le altre - invece - le ho adagiate nel barattolo, immerse nell'olio extravergine di oliva, aggiunto un bel pò di semi di finocchio, origano, e del peperoncino sbriciolato (barattolo di destra).

Le ho lasciate "riposare" per qualche giorno in frigorifero e... gnam!

Le olive nere di Paolante Matoca, sono pronte e buone!

Ricapitolando, gli ingredienti per le Olive nere di Paolante Matoca - per entrambi i barattoli - sono:
  • olive nere (un pò più di 5 kg)
  • sale grosso (1 kg e qualcosa in più)
  • olio extra vergine di oliva (del Lago di Garda)
  • semi di finocchio
  • origano
  • peperoncino 
  • buccia di arancia 
  • aglio




lunedì 23 novembre 2015

Il romanticismo ai tempi della tecnologia

Si sa, amo la tecnologia.
Tanto, da morire.
Mi piace e la trovo anche terribilmente sexy.
Pazza? Forse.

Quando devo comprare qualcosa di tecnologico, mi esalto e mi emoziono.
E sono emozionata anche per gli acquisti tecnologici dei miei cari...

Si sa, sono anche "old style": il mio back ground classico e di laureata in lettere ha il suo peso, il suo forte peso.

E come si conciliano in me le due cose?
Perfettamente.

Un tempo si ricevevano lettere, d'amore e d'amicizia.
Era decisamente bello aprire la busta, prendere in mano la lettera e leggere, magari sentendo il profumo dell'inchiostro, passare la mano sul foglio e tastare con quanta veemenza era stata scritta la lettera.

Oggi questo, in parte, si è perso.
Forse si son persi i profumi...

Ma si può essere ugualmente romantici.

Io adoro svegliarmi alla mattina e trovare un sms o un whatsapp del mio Lui o della mia amica che vive in altri e lontani fusi orari.

Vedere la lucina lampeggiante del mio smartphone, mi emoziona.

Scoprire il numerino sulla applicazione (SMS o Whatsapp), aprirla... mi genera la stessa emozione di un tempo...è il senso di scoperta che comunque non viene perso.

E' vero, è diverso ma la sorpresa - a mio avviso - resta uguale.

Non è lo strumento, ma il contenuto!
Si può essere romantici ugualmente al tempo della tecnologia... basta esserlo e volerlo.
Io per fortuna sono circondata da persone che sanno esserlo.

venerdì 6 novembre 2015

Shantaram - Gregory David Roberts

Ieri sera a casa da sola, pensierosa.

Dopo essermi preparata una cena frugale ma gustosa, mi adagio sul divano a giocare con lo smartphone.
Cerco un pò di pace, distrazione: ma i pensieri corrono veloci, con magone incluso.

La soluzione? Leggere.

Accendo il mio ebook... mannaggia è totalmente scarico!
Devo averlo dimenticato acceso...
Ho bisogno di evadere.
E' troppo tardi per chiamare una amica e far due chiacchiere... alzo lo sguardo e dalla libreria rossa straripante di libri, Shantaram mi chiama.
Shantaram: è il suo momento.

Ho bisogno anche di un allontanamento della tecnologia, realizzo... ci vuole un libro cartaceo, tradizionale.

Shantaram scritto da Gregory David Roberts, edito dalla Neri Pozza (scheda del libro), non è un libricino piccolo... anzi... sono oltre 1000 pagine.

Non è un libro appena uscito. Lo so.
I libri hanno il loro momento per essere letti.
Ora è il momento di Shantaram, me lo sento.
Ho bisogno di questo.

Mi alzo goffamente, lo prendo, lo tocco, ne respiro l'odore ed inizio a leggerlo...
A notte fonda sono ancora attaccata al libro... ne ho lette oltre 100 pagine.

E' magnifico!!
Spirituale, avvolgente, appassionante.
Questo è quello che mi serve, ora.

Per un pò di tempo, "MrLindsay" in fuga sarà con me...

Un grazie speciale alla meravigliosa amica che me lo regalò.



mercoledì 21 ottobre 2015

domenica 27 settembre 2015

Musica ed elasticità della pietra: Pinuccio Sciola

Imparare a teatro? Si può.

Moni Ovadia è un bravo oratore che ti tiene in scacco fino alla fine e ti racconta tantissime cose, ti fa ridere e ti introduce in mondi, a volte sconosciuti.

Questa volta con il suo "Registro dei Peccati", mi ha introdotto nel mondo del Khassidismo (la tradizione culturale degli ebrei della diaspora).

E' un affascinante mondo fatto di parole, musiche, danze, storie, canzoni e immagini, in cui si alternano racconti e risate. 
Mi è interessato tantissimo la parte relativa alla musica, al fatto che la musica sia parte intrinseca di tutti gli esseri umani ma anche della nostra Madre Terra.

Un esempio da lui riportato relativo alla musicalità, fenomenale e totalmente disarmante, è l'esperienza di Pinuccio Sciola: uno scultore italiano che suona le pietre.
Non ci credevo...

Ma questa ne è la testimonianza:


Fonte: You Tube - Pinuccio Sciola: musica ed elasticità della pietra (TVMis)



giovedì 17 settembre 2015

Pasta Cacio e Pepe - il mio viaggio nel Lazio

Viaggiare... che bello!
Quando viaggio, amo osservare non solo i posti ma anche le persone locali e assaggiare la loro cucina tradizionale.

Infatti, cerco sempre di mangiare piatti tradizionali durante i miei viaggi, per sentirmi maggiormente in sintonia con il viaggio che sto percorrendo.
La cucina e la convivialità ad essa legata è un elemento fondamentale - a mio avviso - per conoscere un popolo, una regione e la sua storia.

Quello che mi porto dentro - in fatto di cucina - del bellissimo viaggio nel Lazio "minore" che ho fatto quest'estate è la Pasta Cacio e Pepe.

La pasta Cacio e Pepe è perfetta anche per gli intolleranti al lattosio, in quanto il pecorino romano è un formaggio stagionato (che non contiene dunque lattosio).

Nei vari ristoranti, trattorie o fraschette dove li ho gustati me li hanno presentati sotto forma di "tonnarelli" o "bucatini", ma per semplicità io vi parlerò di pasta.

In realtà  nei miei vari soggiorni a Roma, non ho mai mancato di farmi preparare un piatto di "Cacio e Pepe", anche se fuori menù...
Roma per me non è Roma senza "Cacio e Pepe"!


E così non ricordo più chi mi aveva rilasciato questa ricetta che condivido con voi!


INGREDIENTI:

  • 100 g di pasta a testa 
  • 1 cucchiaio pepe nero (se in grani meglio)
  • 25 g di pecorino romano ben stagionato a testa
Cuocere la pasta un pò al dente e, al momento della scolatura, mettere da parte un pò di acqua di cottura.
Mettere la pasta in una ciotola, cospargendola del pecorino grattugiato.
Mescolare fino a quando il pecorino non si sarà sciolto; spruzzare ogni tanto la pasta con l'acqua tenuta da parte per mantenerla umida.
Insaporirla con il pepe pestato grossolanamente (se non avete il pepe in grani usate quello in polvere)

Buon appetito!

P.S. Questa volta ho usato gli spaghetti e il pepe in polvere... il risultato è stato ottimo comunque!

Note: Ricetta anche per intolleranti al lattosio 
(il pecorino stagionato non contiene lattosio)

giovedì 6 agosto 2015

Lago d'Orta

Il lago d'Orta è uno dei laghi del Nord Italia che meno conosco ma che ultimamente è meta di mie giornate di relax e pace.

Non lontano da Milano (e Novara) è perfetto per la classica gita fuori porta (in auto si raggiunge comodamente dalla A26).
Questo lago offre molto, in effetti, pur essendo piccolino.

Mi piace condividere con chi mi legge le mie scoperte...

Per prima cosa non potete non visitare uno dei paesi più pittoreschi che abbia mai visto: Orta San Giulio.

Lasciate la macchina nel parcheggio in cima al paese (ce ne è uno all'aperto ed uno sotterraneo, entrambi a pagamento) e scendete verso il lago a piedi.

Arrivati nella piazza principale,godetevi la vista dell'Isola di San Giulio. Se desiderate potete farvi traghettare all'Isola di San Giulio.

Camminate per le viuzze strette strette che vi regalano singolari scorci del lago e ammirate la vista dal giardino del Municipio.
Osservate anche i palazzi, tipici della zona.

Poi salite per la (scivolosa) scalinata Motta e godete del singolare panorama.

Se avete tempo - ma vi consiglio di trovarlo -, salite anche al Sacromonte!
Per tornare al parcheggio, percorrete il percorso lungolago: un tortuoso percorso esterno al paese, quasi ad altezza acqua!

Sempre su questo lato del lago, vicino ad Orta San Giulio ma un pò in collina si trova Ameno.

Il paesino è piccolo, ma ricco di edifici importanti e il famoso Parco Gotico (il Parco Tornielli)... di cui non vi svelo nulla, per non rovinarvi la sorpresa.
Qui ad Ameno, vi consiglio di fermarvi alla Hostaria Dei Santi Numi nel cortile, una piccola oasi di relax.
Hostaria Dei Santi Numi

Una suggestiva vista del lago la potete vedere anche dal lato opposto di Orta San Giulio, dal Santuario della Madonna del Sasso a Boleto.

Panorama dal Santuario
E' un piccolo santuario posto sopra uno sperone (sasso) che offre una vista panoramica sul lago d'Orta, sul Mottarone e la Val Grande.

Se non ci sono nuvole e l'aria è tersa, si vedono persino i grattacieli di Milano!
La strada per raggiungerlo è piuttosto stretta e piena di curve, ma il panorama che vi aspetta è mozzafiato.
Non sarà difficile trovare parcheggio per la macchina, non vi preoccupate.

Entrate nel Santuario, è piccolo ma grazioso con afreschi che mi hanno ricordato quelli del Sacro Monte di Varallo.

Scendendo nuovamente verso il lago, fermatevi a Pella.
E' un piccolo, ma pittoresco paese che offre delle viste suggestive del lago.

Sedetevi sulle panchine lungo il lago o il piccolo porticciolo e rilassatevi!

Una delle viste migliori del Lago d'Orta - e forse la più famosa - è quella che si gode dal Mottarone (1491 m).

Al Mottarone, si può salire in auto (con pedaggio) da Stresa, un bel paese del lago Maggiore oppure - cosa migliore per la vista stupenda - con la funivia dal lido di Stresa.
Per informazioni sulla funivia, vi rimando al sito (attualmente la funivia è chiusa per manutenzione).

La vista dalla cima del Mottarone è davvero suggestiva, essendoci visibilità a 360°: si vede sia il lago d'Orta che quello Maggiore oltre che tantissime montagne che circondano i due laghi.
A me piace venire qui a far picnic sui bei prati!

Il lago d'Orta... una piacevolissima scoperta!





mercoledì 29 luglio 2015

Pesce Spada al forno

Oggi ho voglia di pesce spada, ma la mia "schiscetta" mi offre solo delle verdure fresche.

Un pesce spada cotto non con una ricetta qualunque, ma con quella della mia Amica.
Da quando l'ho assaggiato in questo modo, non smetto di cucinarlo così!

INGREDIENTI:

  • trancio di pesce spada fresco (uno a testa)
  • pomodori cigliegine
  • olive nere, al forno
  • scalogno
  • olio d'oliva
Accendere il forno a 180°.
Prendere una teglia e coprire con della carta stagnola.
Togliere la pelle del pesce spada e tagliarlo a fettine o cubetti. 
Mettere dell'olio sulla carta stagnola, adagiare il pesce spada, i pomodori tagliati a fettine, le olive e lo scalogno tagliato a pezzettini.
Fare un pacchettino con la carta stagnola ed infornare per 30 minuti circa.




lunedì 13 luglio 2015

Peschiera del Garda

Sempre cara mi fosti Peschiera, 
le tue possenti mura hanno visto crescere me,
piccola cittadina, 
le tue dolci acque hanno accolto in silenzio,
le mie gioie e i miei dolori;
i tuoi alberi frondosi e ogni tuo filo d’erba mi conosce
come io conosco me stessa
il tuo cielo sorride e piange in sintonia con il 
mio cuore;
le tue piccole casette hanno ascoltato e cercato di
alleviare le mie sofferenze ed hanno esaltato la 
mia felicità.
O casa dolce casa sofferente e gioiosa come un essere
Umano, tu che trattieni i segni della mia crescita,
dimora non solo per il mio corpo, ma anche per 
il mio animo, continua a svolgere la funzione di
madre, sorella, amica.
Ti prego rimani per l’eternità a me benigna,
stammi vicina come hai sempre fatto, sii sempre
forte e non deluderti per i miei errori.
Sono legata per sempre a te, dalla nascita alla morte:
Non scordarti di me, piccola cittadina.

(15 Settembre 1993 - PaolanteMatoca).

lunedì 29 giugno 2015

Padre, Madre

29 Giugno

Oggi è un giorno speciale, per voi, per me e per noi.
Vi dedico questa canzone.


Padre, Madre - Cesare Cremonini

giovedì 18 giugno 2015

Yoga, il mio vivere Yoga

In una freddissima giornata di Gennaio, entrai per la prima volta in un centro di Yoga.
Io, in un centro Yoga?? Ero stupita io per prima e con me tutti i miei amici.

Non sapevo nulla di Yoga, io. Né mi aveva mai interessato ed anzi ne ero molto scettica.

Mi trovavo in un momento difficilissimo per me, dovevo trovare qualcosa che mi mantenesse in equilibrio, che mi permettesse di stare in piedi, trovare la forza in me.
Non potevo crollare, io.
Una amica mi ha parlato di un centro a Milano - Bali Yoga -, relativamente vicino a casa.
Con tantissima diffidenza, ho acquistato online una lezione di pratica di Yoga Dinamico (Vinyasa).

Ricordo ancora la forte sensazione di inadeguatezza, vergogna per la mia ignoranza e diffidenza verso questa pratica ignota.
Tutto è scomparso dopo aver iniziato a seguire ciò che Anna faceva.
Si, perché la mia passione per lo yoga lo devo a lei. Lei è riuscita a farmi appassionare, a farmi entrare in sintonia - io, essere razionale e poco incline a lasciarsi andare - con questa pratica. Lei mi ha fatto comprendere che posso rilassarmi, che sono capace a piccoli passi di entrare in me stessa, di stare con me stessa e di allontanare ciò che rischiava di farmi perdere l'equilibrio.
E' giugno e io, una volta a settimana, pratico yoga.

Il secondo passo è stato quello di farmi suggerire della musica, da ascoltare nei momenti difficili o semplicemente come sottofondo a ciò che stavo facendo.
Non lo credevo: anche la musica fa miracoli.

Da qualche giorno - terzo passo - ho deciso che non bastava la pratica, ma ci voleva della teoria.
Cosa sto facendo? Perché lo faccio? Che benefici mi porta? Qual è la filosofia a monte?

Ho così acquistato un primo libro: "Yoga per la donna" di Geeta S. Iyengar, figlia del famoso B.K.S. Iyengar.

Ne ho divorato la parte filosofica, teorica e sto procedendo con lo studio della parte pratica. Tra i tanti suggeriti, ho scelto questo per l'approccio: una donna che parla a donne. Mi sembrava il modo migliore per iniziare: leggere un'amica che mi scrive.

La strada per me è ancora molto lunga e faticosa, perché il mio corpo è ancora piuttosto rigido e pare ribellarsi ogni tanto.
Ma la sensazione di benessere e la voglia di entrare in sintonia con me stessa, di rilassarmi, di conoscermi in profondità è maggiore della fatica che provo durante ogni pratica.

Pochi giorni fa, ho partecipato ad un workshop tenuto da Anna e Raquel di Kundalini Yoga presso Happy Yoga Dance: una pratica del tutto diversa da quella a cui sono abituata, molto particolare ma molto interessante.
Sono rimasta davvero affascinata dall'armonia, dalla musicalità della pratica e dalla serenità mista a gioia che "volava nell'aria".

Perché scrivo la mia storia?

Perché voglio comunicare a chi è in ascolto, a chi si trova in uno stato di difficoltà, a chi ha la mente aperta che lo yoga vi può aiutare. Non ci credevo nemmeno io, ma mi sono ricreduta.

Vi può aiutare a rilassarvi, a tornare in sintonia con se stessi, con il proprio corpo, a cercare la serenità e la gioia anche nelle piccole cose.... e perché no, anche a mantenervi in forma!
Lo yoga non è la medicina, la soluzione ad ogni difficoltà - certamente.
Ci dovete mettere, come in ogni cosa, del vostro ma può essere il vostro "bastone".




lunedì 15 giugno 2015

Petti di pollo ai semi di papavero e salsa di soia

Fin dalle prime ore del pomeriggio, mi viene voglia di pollo al curry.
Sono sola in casa ed è il momento migliore per cucinare con il curry, visto che Lui ne è allergico.

Arriva sera e comincio a predisporre il tutto per la cena.
Apro la dispensa: dove è il curry? Non c'è!!!
Devo trovare un'alternativa, che mi soddisfi e mi consoli dalla delusione.

Un momento di riflessione e nasce il mio POLLO AI SEMI DI PAPAVERO E SOIA!

Ingredienti:

  • petti di pollo (200 g)
  • semi di papavero
  • uno scalogno
  • 3 cucchiai di salsa di soia
  • olio extravergine di oliva
Tagliate a strisce il pollo e a pezzettini piccoli lo scalogno.
In una padella, fate soffriggere lo scalogno. Aggiungete il pollo e farlo cuocere finché non diventa un pò croccante.
Aggiungete un pò di semi di papavero - a piacere, secondo il vostro gusto - e la salsa di soia.


Mescolate un pò e fate asciugare un pò la salsa di soia, spegnete il fuoco e... buon appetito!





martedì 9 giugno 2015

Activity Tracker

Amo la tecnologia in tutte le sue forme.

Una delle mie ultime passioni sono gli Activity Tracker. Sono quegli oggettini (clip o braccialetti) che monitorano le attività giornaliere, sonno compreso e stimolano l'attività fisica.
E' un mondo vastissimo e decisamente entusiasmante, per tutte le esigenze e per "tutte le tasche".

Pratico yoga e palestra e mi piace tenermi in forma: cercavo dunque uno strumento che mi mostrasse i miei miglioramenti, mi indicasse quanti passi facevo al giorno, le calorie bruciate e mi monitorasse il sonno e che fosse compatibile con il mio smartphone android.
Mi sono "studiata" online molti Activity Tracker, trovandone due più interessanti di altri.

Ho acquistato il WHITINGS PULSE.
L'ho usato per un mese, rimanendone molto soddisfatta... poi è finito in lavatrice assieme ai jeans. Morto, defunto.

Avevo scelto il Pulse perché è molto piccolo e leggero, può essere infilato in tasca, inserito in una comoda clip di gomma (blu o nera, acquistabili a parte anche verde e arancione) e durante la notte indossato come un orologio.
Poca impermeabilità, ma gestibile prestando un pò di attenzione (!!).

Whitings Pulse - Modelli

Le funzioni di conteggio dei passi, distanza, dislivello e monitoraggio del sonno (attivabile manualmente) sono ottime e visibili sul display.
La misurazione delle pulsazioni, invece, è un pò più complicata perché viene rilevata manualmente appoggiando un dito sul sensore apposito.
Tutti i dati raccolti sono registrati e consultabili via app o via web in maniera molto semplice ed intuitiva.

Molte sono le app integrabili e compatibili, anche per la corsa (ma a me non interessava).
Utile - invece - la integrazione con la app MyFitnessPal (consultabile anche via web) per il conteggio delle calorie ingerite durante i pasti o consumate con attività fisica.
Qualche lentezza nella sincronizzazione tra tutte le app,  e di configurazione ma devo dire che ne sono rimasta soddisfatta.
Il costo è attorno ai 120 euro.

Poi la distrazione me lo ha fatto morire.
Imprecazioni a parte, ho proseguito nella mia ricerca di un nuovo Activity Tracker... comprarne uno uguale o uno differente?
Utilizzare una cosa ti fa capire cosa ti è utile veramente.
Forse mi farebbe comodo anche il cardiofrequenzimetro, così il conteggio delle calorie è più preciso e mi monitora anche quando sono in palestra o pratico Yoga.

La nuova scelta - dunque - è andata sul già selezionato FITBIT CHARGE HR, per la presenza del cardiofrequenzimetro senza fascia toracica ma tramite un sensore posto sotto il bracciale, a contatto con il polso. Odio la fascia toracica!
Non mi dispiaceva, poi, l'idea di un bracciale visto la misera fine del precedente Activity Tracker.
Non volevo però un bracciale troppo grosso o dozzinale... lo volevo sobrio.
E tra i molti modelli in commercio, questo è quello che mi è piaciuto di più.
La larghezza è di 2 cm e c'è la versione S o L, per ogni tipo di polso.

Fitbit Charge HR - Modelli

I dati raccolti da Fitbit Charge HR sono registrati e consultabili via app, via web e anche via computer tramite una chiavetta wireless inclusa nella confezione.

Anche in questo Activity Tracker sono incluse tutte le funzionalità del Whitings Pulse (conteggio calorie, passi, distanza, dislivello, monitoraggio del sonno), ma non è necessario utilizzare MyFitnessPal (seppur compatibile) perché la app proprietaria di Fitbit gestisce perfettamente le calorie ingerite durante pasti e spuntini.
In aggiunta vengono monitorati i minuti di attività/inattività giornalieri... un bello stimolo per chi fa vita sedentaria!
Il monitoraggio del sonno - a differenza del Pulse - inizia in automatico oppure dandone il via tramite app.

Comoda la notifica di chiamata in entrata sul display (Oled) del bracciale: una funzione non fondamentale (ed inesistente nel Pulse) ma molto utile quando lo smartphone è in tasca o sul tavolo con suoneria abbassata, in borsa o si sta guidando lo scooter.
Maggiore impermeabilità (schizzi e sudore), ma non utilizzabile sotto la doccia o in piscina.
Sincronizzazione perfetta e configurazione semplice e veloce.
Ci sono molte app compatibili, anche per la corsa (ma a me non interessano).
Il costo è attorno ai 150 euro.

Entrambi gli Activity Tracker prevedono nelle loro app l'assegnazione di medaglie, step raggiunti, possibilità di far parte di una community e di lanciare e accettare sfide: un divertente stimolo per allontanare la sedentarietà!

Avendoli provati entrambi - però - il Fitbit è decisamente quello che soddisfa maggiormente le mie esigenze.


venerdì 5 giugno 2015

Il labirinto di Fontanellato

Gita fuori porta?

  • Labirinto di Franco Maria Ricci
  • Visita a Fontanellato

A maggio 2015, è stato inaugurato il labirinto di Franco Maria Ricci, a Fontanellato vicino a Parma.

La mia passione per i giardini e per i labirinti, nonché per la cultura classica mi ha convinto a venire a visitare questo labirinto assieme ad un gruppo di amici.

Castello di Fontanellato
Si trova, tra parentesi, in una frazione di Fontanellato: un paesino meraviglioso, davvero suggestivo.
Molto piccolo, ma molto romantico.

Consiglio una visita del paese, compreso il castello circondato d'acqua ed una sosta presso la Gastronomia in via Brambilla, 8 per mangiare la torta fritta (ossia il gnocco fritto) accompagnata da fantastici salumi!

Ma torniamo al Labirinto.

Il costo del biglietto è di 18 euro e comprende anche la visita alla collezione privata di Franco Maria Ricci e all'area espositiva.
Al momento della nostra visita c'era una mostra di Ligabue e Ghizzardi.
All'ingresso, vi è un bistrot ove acquistare acqua o altro.

Il labirinto presenta una pianta a stella che ricopre oltre 7 ettari, con migliaia di piante di bambù di specie diverse che creano le pareti del labirinto.

E' chiaramente ispirato alla forma classica dei labirinti romani, a quattro campi interconnessi che si sviluppano intorno a un quadrato centrale.
E' stato realizzato in quasi dieci anni dagli architetti Pier Carlo Bontempi e Davide Dutto, ma l'idea è di Ricci che ne aveva promesso allo scrittore Borges la realizzazione.

Al centro del labirinto vi è una grande piramide in mattoni rossi, che pare diventerà una cappella... ma al momento non è ancora consacrata.
All'interno della piramide sul pavimento, vi è il disegno di un labirinto.


Piramide

L'effetto dall'alto è sicuramente suggestivo e particolare e si gode da un edificio che si trova più o meno davanti all'uscita del labirinto, ma dimenticatevi i labirinti classici, quelli che tutti avete in mente.

Qui è un folto bosco di bambù, ben inserito nel paesaggio locale.
Bello e suggestivo, ma un pò disarmante per quello che io avevo in mente.
Per poter vedere il labirinto nella sua forma completa è necessario sorvolarlo con un elicottero o un aereo.

Veduta dall'alto
Noi ci abbiamo messo una quarantina di minuti per trovare la piramide, passeggiando con calma lungo il percorso.
Non temete di perdervi né di soffrire di ansia o solitudine... non sarete mai soli e sentirete le voci dei vostri compagni di avventura.

Per informazioni, visitare il sito. - Uscita autostrada: Fidenza.

Se poi volete pranzare o cenare in zona, vi consiglio la Trattoria Ardenga, nella frazione di Diolo a Soragna - Via Maestra 6. Qui tutto è fatto a mano... dalla pasta alla marmellata!

Buona visita!

mercoledì 3 giugno 2015

Milano - la mia dichiarazione d'amore

Milano è la mia città: qui sono nata, qui vivo.

Sono orgogliosa di essere milanese e lombarda e sono legata alle tradizioni della mia famiglia, paterna e materna.
Però, in passato Milano l'ho anche odiata, quando la vedevo statica, ferma, immobile, chiusa in se stessa.
Piccola e disorganizzata.

Da qualche anno ormai, Milano ha assunto una "statura internazionale" ed è una città in pieno fermento.
In questi ultimi mesi più che mai.

Non è più solamente la Business City italiana e la Fashion City (per fortuna!), ma anche una Food City!
Una città che sa anche essere gaudente, non solo "stilosa" e "produttrice".

Ogni volta che esco in esplorazione, Milano mi stupisce e mi affascina.
C'è sempre qualcosa di nuovo.
Milano non sarà mai la donna che ti colpisce per i suoi tacchi vertiginosi e gli abiti succinti, ma la donna elegante, di classe che sa farsi amare... un amore duraturo.

Expo ha sicuramente aiutato, sbloccando molti progetti nati in tempi passati, come la Lilla, City Life, il parco del Portello, la zona di Porta Nuova con la meravigliosa Piazza Gae Aulenti, la nuova Darsena, ma si è portato dietro un gran fermento: nuovi musei come il Mudec, la Fondazione Prada, il Silos Armani (per citarne solo alcuni).


Zona Porta Nuova, retro P.zza G.Aulenti
Nuova Darsena

A Milano - poi - nascono quasi ogni settimana nuovi ristoranti o meglio locali legati allo Street Food.
Per citare alcune zone sviluppatesi in questo senso di recente:
  • Via Vigevano (zona Porta Genova) ha subito l'influenza dei Navigli, diventando una delle nuove Street Food.
    Se non ci siete ancora stati, vi consiglio una visita... sicuramente troverete il posto giusto per sfamarvi! E passate per la nuova Darsena!
  • Via Vincenzo Monti (zona Cadorna), notoriamente una zona residenziale, pullula di locali.
  • La zona attorno a Buenos Aires vede nascere tantissimi posti nuovi, tutti particolari.
Ma sono alcune zone che ho preso per esempio. Leggete le mie recensioni qui accanto se avete voglia di scoprire qualcosa di nuovo.

La cucina bio, vegana, salutista - e di conseguenza i supermercati bio - impera ma non è da meno quella di origine statunitense (hamburger, carne grigliata affumicata,...)... insomma ce ne è per tutti i gusti!

Far la turista nella mia città, ultimamente è una delle cose a cui mi piace dedicare molto tempo.

giovedì 28 maggio 2015

Dolly Parton - Backwoods Barbie

"... I've always been misunderstood
because of how I look.
Don't judge me by the cover 'cause I'm real good book..."

Dolly Parton - Backwoods Barbie


giovedì 21 maggio 2015

Villaggio Crespi d'Adda

Con la bella stagione, viene voglia di "gite fuori porta".

Un luogo davvero affascinante, ricco di storia é il Villaggio Crespi d'Adda.
Si trova in provincia di Bergamo, non lontano da Milano e precisamente a Capriate San Gervasio.
Non è difficile da raggiungere perché ben segnalato.

Nelle giornate soleggiate, quando i colori dell'opificio e della casette risaltano al sole, è uno spettacolo!

E' sito patrimonio dell'UNESCO, quindi non vi sto scrivendo di un villaggio qualsiasi: interessante dal punto di vista urbanistico, dell'architettura e dal punto di vista sociale.

E' un villaggio completo di tutto (scuola, chiesa, lavatoio, piscine, albergo e perfino il cimitero). E' stato costruito dal nulla a cavallo tra Ottocento e Novecento dalla famiglia Crespi, padroni della fabbrica tessile per i suoi dipendenti e le loro famiglie.
Fabbrica
I Crespi sono una famiglia di industriali cotonieri lombardi che realizzarono un moderno "Villaggio ideale del lavoro" accanto al proprio opificio tessile, sfruttando le acque dell'Adda.

Qui potevano abitare solo coloro che lavoravano nell'opificio, e la vita di tutti i singoli e della comunità intera "ruotava attorno alla fabbrica stessa", ai suoi ritmi e alle sue esigenze.

Il "Villaggio ideale del lavoro" era davvero all'avanguardia: ogni lavoratore aveva a disposizione una casa con orto e giardino e tutti i servizi necessari.

E non solo..

  • è stato il primo paese in Italia ad avere l'illuminazione pubblica
  • la fabbrica forniva tutto il necessario per la scuola ai figli dei dipendenti
  • era dotato di una piscina coperta con spogliatoi, docce e acqua calda

E queste case sono tuttora abitate!
Non è una "ghost town", anzi!

Villette degli operai

Domina sopra il paese il castello del padrone, della famiglia Crespi.

Ma chi sono i Crespi? Beh... oltre che fondatori di questa fabbrica con annesso villaggio, componenti della famiglia sono divenuti proprietari del Corriere della Sera, promossero la costruzione delle autostrade e dell'Autodromo di Monza...
Castello Crespi


Vi consiglio anche una passeggiata lungo il fiume, passando davanti al cancello del castello: è molto suggestiva.

Non perdetevi la vista dall'alto, prendendo le scale che portano alla casa costruita più in alto!

Organizzano anche delle visite guidate: vedete voi... i pannelli esplicativi sono interessanti, ma dipende dalla vostra curiosità, da quanto volete approfondire la conoscenza del Villaggio.

Molto interessante il sito web.

martedì 19 maggio 2015

Asparagi in pasta sfoglia

Osservare ciò che mangio al ristorante, è una cosa che mi piace fare.
Replicare, ancora di più!

In un agriturismo, recentemente, ho mangiato degli asparagi avvolti in croccante pasta sfoglia.
Li ho fatti miei, secondo i miei gusti...

Ingredienti:

  • Asparagi
  • Pasta sfoglia
  • Sottilette senza lattosio


Prendete degli asparagi e fateli lessare.
Una volta cotti, tagliate il gambo e fateli un pò scolare.

Nel frattempo, avrete tagliato a strisce della pasta sfoglia e a fettine delle sottilette e acceso il forno a 180°.

Avvolgete gli asparagi con la sottiletta e poi con la pasta sfoglia.
Premuratevi di sigillare bene la pasta sfoglia, altrimenti la sottiletta uscirà rovinando il nostro manicaretto!

Stendete il tutto sulla teglia del forno (non la griglia), coperta di carta forno - io ho utilizzato quella inclusa nella confezione della pasta sfoglia - e cuocete per una ventina di minuti.

Il risultato è buonissimo e, se avete ospiti, farete davvero una bella figura!





venerdì 15 maggio 2015

Cosa mi racconti di bello? La domanda da non porre

"Cosa mi racconti di bello?"
... ... ... (silenzio) "eh...uhm"

Mi capita spesso che mi pongano questa domanda.
A voi no? Beati voi...

Io, questa domanda, la odio.
Eliminerei la possibilità di poterla porre.
Mi inibisce, mi "resetta" in automatico il cervello.
Non riesco più a parlare.
Non ho più pensieri, nessuna emozione.

Solitamente questa domanda mi viene posta da conoscenti o persone con cui il rapporto è poco profondo, forse perché all'inizio o forse perché non è mai decollato.

Via di Panico, Roma
Quindi... terrore!

E ora cosa ti rispondo? Cosa ti posso raccontare? Non voglio sembrare stupida né concludere una conversazione ancora prima di averla iniziata.

Panico!

Ma... il mio cervello partorisce solo risposte davvero superficiali, da stupida, da ragazzina con il cervello a pinolo.

E maledico (si fa per dire) chi mi ha posto questa domanda.

Io che ho mille cose da raccontare e che non starei mai zitta - Radio P. mi chiamavano da piccola - mi ammutolisco...

"Cosa mi racconti di bello?" è una domanda che non va posta. O almeno a me.


martedì 12 maggio 2015

Rosa

Rosa 
Qualche giorno fa, ho fotografato questa rosa che c'era nel giardino, in campagna.

Era diversa dalle altre, mi chiamava con i suoi colori e il suo profumo.

Era una semplice e timida rosa del giardino, una rosa di lago.
Dal colore spumeggiante, indefinito.
Profumata, fragile ma resistente.
Affascinante, con le sue spine nascoste.

Mi ha rapita.

giovedì 7 maggio 2015

Consonno

Era tempo che sentivo parlare di Consonno, una frazione di Olginate in provincia di Lecco.

Finalmente un sabato - assieme ad un gruppo di amici - sono riuscita ad esplorare questo paesino abbandonato, ma terribilmente affascinante.

Raggiungere Consonno non è per nulla semplice perché è poco segnalato e la strada (sconnessa, a curve ed in salita) attraversa paesini della Brianza... ma con un navigatore tutto verrà facile.

Il paesino - o meglio "la città fantasma" - si trova in una posizione spettacolare: il lago di Annone in basso e le imponenti montagne attorno tra cui il Resegone.
Un vero spettacolo! Un panorama mozzafiato!
Solo questo panorama vale una visita.

Negli anni '60 il visionario imprenditore Mario Bagno acquistò la piccola frazione.
La fece demolire completamente (!!) - ad eccezione della pieve ed un piccolo cimitero - per costruire quello che nei suoi piani doveva essere un centro commerciale ed un centro di divertimento... la Las Vegas della Brianza, non lontano da Milano!


Venne così costruito un centro commerciale in stile "arabeggiante" con tanto di minareto, una zona adibita ai balli ed altre piccole strutture che completavano il centro commerciale.

Ebbe successo per un pò di anni, poi complice una frana che distrusse la strada per raggiungere Consonno, il paese dei balocchi (!!) cadde nell'oblio.

Nel 2006 ci fu un rave party, i cui segni si vedono tutti: graffiti, vetri, resti di bottiglie, materassi...


Quello che oggi resta sono degli affascinanti e folli edifici, abbandonati, fatiscenti e pericolanti.
Farsi suggestionare è un attimo, tremare per il rumore dei gatti randagi che si muovono all'interno degli edifici, sobbalzare per una goccia d'acqua che batte su di una lamiera...

Uno spasso per chi ama - come me - questo genere di cose.
Fate attenzione - però - molti edifici sono in pericolo di crollo!


Consiglio una visita in giorni soleggiati dove ci può essere poca affluenza perché è molto più suggestivo: la domenica è aperto anche un bar.

Affrettatevi, pare sia stato messo in vendita e la demolizione potrebbe essere alle porte!

mercoledì 6 maggio 2015

Un pò di allegria musicale... buon pomeriggio!

Oggi ne ho bisogno più che mai...

Tu, sei in ufficio oberato di lavoro?
Sei in metro, in auto (ehi... cosa fai con lo smartphone in mano???), in treno?
Sei a casa sul divano?

Lindsey Stirling con Shadow può essere una compagnia per te, per me.


sabato 2 maggio 2015

Lambrate - Cadorna MM2

Pochi giorni fa a Milano, sono state inaugurate alcune stazioni della MM5, la Lilla.

Nel lontano Dicembre del 1998 - aiuto! - scrissi questo racconto autobiografico, ambientato in metropolitana. In questi giorni mi è tornato in mente... eccolo!


LAMBRATE - CADORNA

L’indicatore elettronico della linea verde direzione Famagosta segnava cinque minuti e mezzo di attesa.

Carla, ferma sola sulla banchina, osservava quasi con disprezzo le persone che avevano sul viso il sorriso, perché per lei non c’era nulla da ridere.
Ragazzini di periferia che scherzavano tra loro dandosi spintoni e parlando tra loro uno strano slang italo - meridionale, zingari che a gruppi preparavano il loro discorso rituale ”siamo famiglia povera, bambini da mangiare...”, slavi con le loro pacchiane fisarmoniche, manager rampanti al ritorno dal lavoro, vecchie donne traballanti sulle loro gambe, coppie in amore.
Finalmente arriva. Carla sale sull’ultimo vagone: si siede stanca, quasi rilassando tutti i muscoli in cerca di riposo fisico e psichico.
Accanto a lei sei ragazzini parlottano tra loro: sembrano compagni di scuola che conversano tra loro; ma qualche parola  attrae la sua attenzione. Incuriosita comincia ad ascoltare, ad osservare. Non sono tutti amici né felici: nel mezzo del gruppo c’è un bambinone con la tuta blu, le scarpe Nike dello zio – come dice lui -, capelli castani ricci, un incisivo rotto, ma soprattutto uno sguardo triste ed impaurito.
Carla non capisce quello che succede, ma percepisce il pericolo, ascolta con impotenza.
Attorno una grande indifferenza, solo un ‘altra donna sembra intuire il disagio del bambinone, ma nessun uomo.
I ragazzini, che ora le appaiono in tutta la loro pericolosità, continuano a parlare immersi fino al collo nella loro stupidità...si stupidità! ma lei  non ha il coraggio di dire nulla per paura di una coltellata nel ventre, per paura di un pugno in faccia.
Quei cinque ragazzi si parlano tramite parole in codice, un codice chiarissimo per qualsiasi persona di buon senso, e di fatti Carla capisce. “Belle quelle Nike, ...dammele, le voglio, dove scendi? A Cadorna vero?” Carla osserva incredula: non era all’Odeon comodamente seduta a gustarsi un film che riproduce il famigerato Bronx newyorkese, ma sull’ultimo vagone della linea verde della metropolitana di Milano.
Carla ascolta, vorrebbe poter aiutare quel bambinone ricciolo con le Nike dello zio che fanno gola agli altri mocciosi, ma non ne ha il coraggio perché quei piccoletti le appaiono come piccoli ma temibili criminali.
Lancia nascoste occhiate di terrore e di supplica verso quei pochi uomini che sono seduti nello stesso vagone, ma Carla risulta  invisibile.
Dopo 20 minuti finalmente il treno giunge alla fermata Cadorna F.N.- Triennale.
Carla scende dopo il gruppetto. Poi prende la scala mobile e si gira per guardare dall’alto ancora per qualche secondo. Quasi come da dietro un vetro o una cinepresa vede che i cinque hanno accerchiato il bambinone in tuta e, approfittando dell’indifferente formicolio umano, si inchinano per levargli – direi rubargli – le Nike dello zio.
Carla non sente più le loro voci, non li vede più e non saprà mai cosa ne sarà del Ricciolo e delle Nike dello zio, ma si ricorderà sempre della indifferenza di quella sera del 18 dicembre 1998.

giovedì 30 aprile 2015

Alex Zanardi

Ammiro profondamente questo uomo, con cui ho avuto modo di scambiare due parole e qualche sorriso a Milano all'arrivo della Maratona di qualche anno fa.

Alex era lì davanti a me, sudato per la fatica, abbracciato a mio cugino.
Mi chiesero di scattare loro una foto: entrambi erano arrivati alla fine dalla gara, per entrambi una bellissima soddisfazione.

Ero commossa ed emozionata: avevo davanti due persone meravigliose, mi tremavano le mani per la mia piccolezza... scattai comunque una bella foto.

Non mi dimenticherò mai quel sorriso, quella forza interiore che i suoi occhi sprigionavano, la sua voce calma e particolare.

Oggi ascoltando queste sue parole, ho riprovato le stesse emozioni di allora e la stessa profonda ammirazione.
Una grande voglia di vivere, che mi trasmette una carica positiva immensa.

Grazie Alex


Auguri, cucciolo mio

Auguri, cucciolo mio!

Sembra ieri il giorno in cui siamo venuti a conoscerti: avevi meno di tre mesi ed eri un batuffolo di peli lungo poco più di una spanna... ma già agitato ed allegro.

Abbiamo fatto subito amicizia io e te, tu con le tue zampine volevi essere preso in braccio: ci hai scelto e noi abbiamo scelto te.

Sei affettuosissimo e molto dolce... sempre presente e coccoloso.

Quando arrivo a casa, le tue feste e la tua felicità mi commuovono...
Farti il solletico e vedere la tua reazione, mi diverte tantissimo...

Mi fai ridere..non sopporti gli altri cani, ad eccezione della tua "cuginetta", ma adori la tua famiglia e qualche altro essere umano (ma non troppi!).

Sei davvero buffo ... sei adorabile!

Auguri!



mercoledì 29 aprile 2015

Relax... chiudete gli occhi

Buongiorno!


Chiudete gli occhi e ascoltate...
I am - Nirinjan Kaur

Auguro a tutti una serena e rilassante giornata.



martedì 28 aprile 2015

Orecchiette fagiolini e zafferano


Se vi piacciono i cornetti (o fagiolini), lo zafferano e le orecchiette, ecco una ricetta per voi!

Ingredienti:

  • orecchiette fresche
  • scalogno
  • zafferano
  • panna vegetale 
  • olio evo
  • sale e pepe
Per prima cosa cuocere i fagiolini in una pentola oppure nella pentola a pressione e quando sono cotti tagliarli un pochino. Quando sono cotti, far rosolare lo scalogno in una padella abbastanza grande (dovrà contenere poi le orecchiette e i fagiolini). Quando è rosolato, aggiungere i fagiolini e farli saltare un pò aggiungendo una bustina di zafferano.
Aggiungere la panna e far cuocere un pochino per "farla asciugare" un pò.

Contemporaneamente avrete cotto le orecchiette. Dopo averle scolate attentamente, versatele nella padella assieme ai fagiolini, scalogno,zafferano e panna.
Aggiungete un pò di sale e pepe, se vi piace.

Buon appetito!







Buongiorno, mi presento

Chi è Paolante Matoca?
Io!

Sono Io, Paolante Matoca!

Si tratta di un appellativo datomi dalle mie zie, o per dirlo in maniera più moderna, il mio nickname.
Un nickname a cui sono davvero affezionata, tanto da dedicargli il mio blog.

Paolante Matoca è una appassionata milanese, esploratrice del mondo e profondamente curiosa.

Da sempre, le piace scrivere, recensire - e leggere un pò di tutto (ad esclusione di saggi e riviste...).

Condividere con gli altri le sue esperienze, i suoi viaggi, le sue emozioni è una sua passione.

Adora cucinare e sperimentare nuovi piatti, della cucina italiana... ma non solo!
Intollerante al lattosio, cerca sempre nuove ricette gustose.

Ama il suo cagnolino - Norton - , un rissoso ed agitato Lakeland Terrier.

Apprezza moltissimo la tecnologia in generale, ha praticato yoga per qualche anno e fa fitboxing per tenersi in forma e per divertirsi.
Ama pattinare sul ghiaccio e sui roller.

Paolante Matoca, poi, è una scooterista per passione.

Benvenuti!



Aggiornato il 02/01/2024

Intolleranza al lattosio


Capitò anche a me.

Non ci volevo credere, ma io amante del latte e dei latticini e nata e cresciuta in una famiglia ove il latte era ed è uno degli alimenti fondamentali, risultai intollerante al latte, al lattosio.

Lei, PM, è intollerante al lattosio... Scusi? "Lei è intollerante al lattosio."

BOOM...CRASH...BOOM... (rumori nella mia testa)

Non nascondo la mia disperazione, che può essere confermata dai miei amici e da Lui, il mio amore.
E' grazie a loro, al loro supporto ho scoperto che si può vivere senza latte e che esistono ricette senza latte...
Non è un problema grave, non è una malattia: lo so e ora lo riconosco.
Ma all'inizio mi sembrava un muro insormontabile.
Ora quel muro lo aggiro o lo scalo.

E così i siti di ricette vegane diventarono i miei consulenti, le mie muse ispiratrici.
Io, che non sono vegana.

Ma sono curiosa e così anche la mia fantasia e creatività iniziarono a prendere forma.
La gola e la passione per il cibo hanno fatto il resto.

Nella sezione delle mie RICETTE, troverete l'immagine: "Senza Lattosio".